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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

mercoledì 25 marzo 2015

Noi anziani, Klemet, il giorno del ritorno del sole... dopo la lunga notte invernale, immergevamo un anello di legno nel sangue e guardavamo il sole del primo giorno attraverso quell'anello per aiutare chi aveva perso l'anima.

e quel giorno, quest'anno, coincide esattamente con quello del libro: 11 gennaio.
alle 11.11 l'alba, alle 11.59 il tramonto.
oggi, intorno a Kautokeino, il sole è sorto alle 5.08 e tramonterà alle 18.00, allungando la durata della sua calda presenza fino alle 20 ore e 06 minuti del 2 agosto per poi tornare a scendere verso il buio totale dal primo dicembre al successivo 10/11 gennaio (click).
lì, la temperatura odierna varia tra i -10 e i -2 gradi ed è poco nuvoloso, qui invece i gradi sono +10, ma piove, il sole è sorto alle 6.18 e tramonterà alle 18.41.


Kautokeino, Karesuando, Suohpatjavri sono le principali località in cui si svolge la trama de 'L'ultimo lappone' di Oliver Truc, finalmente un'ambientazione tipicamente nordica, molto nordica.
un poliziesco, ma soprattutto una sceneggiatura già bella e pronta per essere trasposta in un film.
per me un nuovo filone di interesse che si apre su una cultura che conosco poco o niente e che sembra appartenere a una genia aliena tanto quanto le tribù sperse nelle lande più emarginate dal mondo che mi opprime e mi soffoca con le sue neobarbare usanze, ecc. ecc.
la vicenda ruota intorno a una vecchia leggenda di cui vengono ritrovate tracce in un tamburo tribale, una mappa, delle fotografie di una spedizione dei primi anni '30 dello scorso secolo tessuti alle vite degli avi dei protagonisti e a quelle che gli stessi conducono oggi e che per alcuni sono più o meno identiche a quelle dei loro progenitori nonostante l'avvento distruttivo della civilizzazione e le conseguenti difficoltà a mantenere intatte le pratiche legate all'allevamento delle renne oltre ai sacrifici che esso comporta per sua natura soprattutto in un territorio così inospitale da apparire ai miei occhi come impraticabile e ostile al punto di dubitare che vi sia davvero una possibilità di sopravvivenza per animali o persone.

a dirigere le indagini incrociate due agenti della polizia delle renne, una sorta di guardia forestale, che fa da ponte tra la cultura dei 'colletti bianchi' e quella del popolo dei Sami.
come sempre, quando si tratta di polizia e a qualsiasi latitudine ci si trovi, emerge la similitudine delle procedure investigative e la loro incapacità, da sole, di arrivare a sciogliere il bandolo della matassa fino a quando arriva qualcuno che per intuizione o ricorso agli usi e costumi tradizionali desueti aggiunga quel quid capace di risolvere i misteri e al tempo stesso fornire un'alibi giustificatoria ai colpevoli come difficilmente accade nella realtà.
anche in questo caso, la conclusione velata è che il fine giustifica i mezzi o che in ultima analisi il reo abbia agito per etica o quanto meno nel rispetto di un alto ideale per cui mettere in gioco la propria esistenza e salvare quella di chi gli sopravvive.

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