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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 12 ottobre 2014

la provincia che non c'è

perché a quanto si può sapere a leggere i giornali sembra che il dramma alluvionale abbia colpito solo la città e qualche linea periferica, mentre è l'intera provincia genovese a risentire in modo più o meno grave delle piogge dei giorni scorsi, ma siccome le province non esistono più e la città metropolitana deve ancora partire, burocraticamente parlando, il problema e irrisolvibile almeno a quanto sembra nel sentire sui media locali le dichiarazioni di sindaci e cittadini 'fuori le mura' che se la stanno 'sfangando' da soli.


nel video le zone (piuttosto rare) di Genova 'esenti' dal fango

da quando è scattata l'allerta 2 c'è il sole sulla città, ma ci dicono che potrebbe essere un abbaglio, che certamente la situazione peggiorerà e si sposterà verso altre province.
questo strano accanimento della pioggia a procedere per province (che non ci sono più) crea il problema più grande perché gli interventi sul territorio erano appunto di competenza dell'ente abolito e ancora da rimpiazzare con qualcosa (qualunque cosa sia) che ne faccia le veci.
voglio sperare che il clamore per gli appalti sbagliati e giacenti da tre anni al Tar li sblocchi e che la città verrà messa quanto prima in sicurezza, ma dubito fortemente che lo stesso verrà fatto a monte in ognuno dei 6633 comuni a rischio idrogeologico sparsi per uno stivale che ne conta 8057.
dunque ricapitolando: gestione del territorio affidata alle province (che non ci sono più), per la parte che compete alle regioni le 'pratiche' giacciono nei tribunali, a meno che le abbiano in carico mafia, camorra o 'ndrangheta, come a dire che malavita e politica sono una cosa sola (ecco l'ho detto), lo Stato, rappresentato da un premier infastidito dal fatto che l'alluvione gli abbia tolto la scena, latita anche perché farsi vedere sotto la Lanterna equivarrebbe a fare un bagno di fango e lui si sa che preferisce quelli di folla osannante.
lo stesso vale per l'oppositore del regime che, scampato all'indigestione da tartufo bianco, blatera dalla kermesse pentastellata di Roma invocando l'esercito.
restano i comuni che però hanno le casse alluvionate anche in periodo di siccità (ma a Genova si regalano 40mila euro a quattro dipendenti, come premio per l'attività di prevenzione e messa in sicurezza ambientale) dunque che altro?
categorie e associazioni si fan guerra tra loro, ai volontari cominciano a rodere le mani, i privati sono scoraggiati, il dato che accomuna il tutto è l'incazzatura e l'unico rimedio pare quello di mantenere l'allerta in eterno, come a dire, interverremo a emergenza rientrata e tentare la carta ebola.
agitare uno spauracchio capace di distrarre e minimizzare qualsiasi evento o fenomeno, altrimenti non mi spiego il perché di quella notizia, poi smentita, sull'esistenza di un vaccino.
'allerta' è la parola del giorno: economica, sociale, lavorativa, climatica, sanitaria che sia.
i politici la usano con cinismo per continuare il loro ladrocinio e senza cogliere il fatto che sia il segno che si sia andati troppo oltre in ogni campo.

chi ne è dotato, usi il proprio buonsenso e, senza aspettarsi consenso, trovi il modo di immunizzarsi e districarsi dai gangli perversi che inducono alla schizofrenia del pensiero, alla paralisi della coscienza e all'anestesia comatosa dell'intelligenza, senza curarsi di avere una mente avulsa dai diktat comuni, scettica e incredula di quello che sembra proposto come rimedio e che invece è l'ennesima truffa o furberia di pochi e maldestri burattinai.

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