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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 12 gennaio 2013

macabradabra

la città di chi muore per un po'.

Perché ce lo mandano col classico "ma và ammorì ammazzato", perché è stanco morto, perché si sente più morto che vivo, perché "è meglio morire da piccoli con i peli del culo a batuffoli", perché è un morto di fame, o perché quel giorno ha deciso fosse meglio darsi per morto.
Da morti si sta in mezzo alla gente come da vivi, ma lei non ti vede.
E anche tu non li vedi, gli altri morti, non li distingui, nè da te, nè dai vivi.
Salagadoola è invisibile eppure esiste, con le sue piazze, i suoi rioni e, poco fuori città un quartiere satellite.
Una periferia sovrappopolata di morti viventi e cioè di coloro che dello stato di morte apparente sono diventati malati cronici, spesso incapaci di uscirne o di essere recuperati.
Ma tranne il cronicario di Mechickaboola, il resto è vivo. Per quanto possa dirsi vivo un posto abitato dalla morte, anche se apparente e momentanea.
Era già un anno che non andavo in vacanza a Salagadoola, da lì mi sono vista nella vita di tutti i giorni e ho capito che sono di nuovo stanca, così ho telefonato a casa, ma non mi sono trovata.
"Accidenti _ho pensato_ ma dove sono andata stanca come sono?"
Ho sentito qualcosa battermi su una spalla, ero io che senza farmi vedere da me era già da un po' che mi guardavo preoccupata per me stessa, mentre telefonavo e trovavo sempre occupato.
Tutto è bene quel che finisce bene. bibbidi_bobbidi_boo.


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